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Temporary portraits

Alessandro

18/9/2023

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Alessandro Morani (Sasha) [50], Visso, 18 settembre 2023
Alessandro: [00:00] Mi chiamo Alessandro Morani, sono un commerciante, e dal novembre 2017 vivo in questa SAE [Soluzione Abitativa in Emergenza] di 40 metri quadri, dopo l’esperienza di quasi un anno di roulotte. Dal novembre 2017 appunto sto in questa SAE che è molto confortevole, mi ci trovo bene. Non è la mia abitazione però bisogna anche accontentarsi di quello che ci è stato dato dopo il terremoto. Ovviamente la mia vita è cambiata perché all’improvviso dopo il terremoto è cambiata: è cambiata con la SAE perché ho riacquistato la mia vita privata che prima, dovuta al terremoto, non ho più avuto perché ho vissuto con altri compagni un’avventura che abbiamo chiamato Bronx, con delle roulotte, circa 20 roulotte e circa 35-40 persone che poi via via con la consegna delle SAE a tutti i componenti è andato svuotando e poi è finito, anche se ogni tanto ci ritroviamo per qualche cena o per qualche festa, ecco. Altre cose importanti che sono successe da quel novembre 2017, circa 2 anni dopo ho riacquistato l’utilizzo del mio negozio, le mura del mio negozio, perché per due anni e mezzo ho praticato l’attività di commerciante in una casetta di 12 metri quadri, e poi grazie un po’ alla mia testardaggine, un po’ diciamo al fatto che sono riuscito a sbrigare le pratiche, è stata fatta il recupero della palazzina dove io ho l’attività, e quindi il mio negozio da aprile 2019 è tornato agibile, e quindi almeno quella, almeno quella diciamo cosa importante che è il lavoro, l’ho potuto riprendere nella mia vecchia mura. Poi dopo nell’arco degli anni sono successe molte cose, sono venute a mancare tante persone, soprattutto anziane, però sono avvenute anche tante nascite che purtroppo dal terremoto fino agli anni 2018-2019 purtroppo non c’erano state perché comunque il trambusto è stato enorme. Da quell’anno, dal 2019 ci sono state molte nascite e ai giorni d’oggi, nel 2023, ci sono addirittura tipo 15 iscritti al nido, quindi è un dato molto importante per la nostra vita sociale del paese, perché è un paese comunque piccolo che purtroppo prima del terremoto contava circa 1.200 abitanti ma ora siamo addirittura sotto i 1.000 abitanti, sotto i 1.000 residenti. Però bisogna guardare al futuro, guardare con un occhio benevolo e quindi queste nascite potrebbero essere per una nuova rinascita di Visso e di tutto il comprensorio dell’Alta Valnerina. Altre cose particolari io non ne ho da raccontare perché la mia vita è ripresa com’era prima del terremoto sotto il profilo lavorativo, anche se purtroppo venendo a mancare le seconde case, viene a mancare quel turismo che diciamo statico, cioè che sta almeno 15-20 giorni, un mese ad agosto, Natale un periodo di 5-10-15 giorni e comunque il periodo estivo normalmente i nonni venivano con i nipoti anche 2-3 mesi, adesso purtroppo mancando le seconde case è un turismo mordi e fuggi, e quindi ovviamente le persone che girano le vedi oggi ma il pomeriggio già ripartono, perché purtroppo chi c’ha casa soprattutto il 90% a Roma, è ovvio che la distanza non permette di venire su troppo spesso, però anche sotto questo profilo il 2023 è un anno dove si vede una buona ricostruzione, quindi un buon 60-70% delle abitazioni fuori il centro storico sono iniziate ad essere ricostruite, demolizioni e ri-inizio delle ricostruzioni e quindi io penso che nell’arco di 2-3 anni, almeno al di fuori del centro storico di Visso, un buon 40-50% delle abitazioni torneranno agibili, e questo sarà un altro passo importante per il futuro di Visso perché permetterà ai residenti di tornare nelle proprie e di non stare nelle SAE, ma anche avere possibilità di alloggi come seconde case per il turismo e quindi bisogna avere questo sguardo positivo per il futuro, tanto peggio di quello che abbiamo vissuto non lo so quello che potrebbe avvenire, per cui bisogna guardare con positività e questa è un altro dato importante. È di questi giorni invece la demolizione della mia abitazione che è nel centro storico, è un’abitazione che aveva circa 200 anni, però a causa del sisma gravemente danneggiata e la demolizione è stata fatta per permettere poi, successivamente rimosse le macerie, fare una strada che permetta ai camion di entrare nel centro storico e poter finalmente anche iniziare i lavori proprio anche all’interno della piazza e quindi non essendo in modo… non vivendo la vita in modo egoistico ho detto, va bene, casa mia viene demolita, la rivedrò però tra 10 anni almeno, perché comunque prima deve essere rifatto proprio la piazza, poi inizia la via appena successiva al centro storico dove ho l’abitazione, per cui dovrò vivere ancora in questa casetta, forse a essere positivo  7-8 anni però, come ho detto all’inizio, mi ci trovo bene, è confortevole, d’inverno si sta bene sono abbastanza calde, d’estate, tutto sommato se non fa i 40°C costanti per tantissimi giorni comunque si vive bene anche senza climatizzatore. Diciamo che è un villaggio, questo del campo sportivo dove io mi trovo, dove ci sono circa 40 SAE, ci conosciamo tutti e diciamo è una vita abbastanza diversa da prima dove eravamo tutti sparsi per il paese e adesso siamo ovviamente tutti vicini, dobbiamo, dobbiamo anche accettarci con tutti i nostri difetti perché ovviamente vivere in comunità così non tutti c’erano abituati: io venendo da Perugia ero abituato ad un condominio di 36 famiglie, quindi un po’ l’idea ce l’ho, però ovviamente non tutti erano abituati, per cui non devi far rumore, devi rispettare le ore di silenzio, ci sono i bambini che dormono in certi orari quindi devi stare attento, quindi rispettare il prossimo, ecco… molti devono impararlo di nuovo, io devo ricordarmi quello che dovevo fare a suo tempo… per cui chiudendo diciamo che posso dire il mio sguardo al futuro è più roseo rispetto a 7 anni fa, al 2016 quando c’è stato il terremoto, quando sinceramente era una catastrofe: non c’erano più le case, non c’erano più gli abitanti, anche perché noi del Bronx eravamo 30-35 come ho detto e tra militari ed esercito e vigili del fuoco, saremo stati un 100-150 persone a Visso che ovviamente rispetto, voglio dire, ad agosto 2016 quando c’erano circa 7-8.000 persone è un dramma non indifferente da accettare. Certo, qualcuno ha deciso di andarsene. Ti veniva… poteva venirti la voglia di abbandonare tutto perché ovvio, in quel modo… in quel momento ti cade il mondo addosso, però io come altri abbiamo resistito e ad oggi forse questa resistenza, resilienza, forse è servita a qualcosa perché qualcosa sta ripartendo, come ho detto, anzi molto più di qualcosa e Visso lo vedo con un futuro di nuovo roseo, con una popolazione di nuovo in crescita secondo me e quindi nell’arco di 3-4 anni forse avremo nuovamente un po’ di turismo, a Visso abbiamo una nuova piazza che comunque non sarà la piazza di prima, però in attesa di rivedere la vecchia piazza da parte dei vissani, è comunque un punto di aggregazione, un punto di ritrovo, un punto dove l’estate comunque si possono organizzare qualche spettacolo e vedere un po’ più di gente, un po’ di movimento e quindi ripeto: è guardare con ottimismo, guardare il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto, perché tanto ormai piangerci addosso non servirebbe a niente e quindi ecco, la speranza è che Visso torni quello che era prima. Nel 2016 la speranza c’era ma, ovviamente, era più una speranza e non una certezza… Oggi posso dire che ho la certezza che Visso tornerà, tornerà Visso, Ussita, Castelsantangelo [sul Nera], tutti i paesi terremotati torneranno. Ci vorrà ancora del tempo e pazienza, però giorno dopo giorno io vedo miglioramenti e quindi se la salute ci assiste vedremo di nuovo Visso ai suoi splendori, com’era prima, tra 10 anni secondo me rivedremo Visso com’era prima del 2016. Un saluto a tutti.
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