Angelica Sepi, La Lupara [20], Visso (MC), 13 ottobre 2017 Ho i nonni che sono nativi di una frazione di Visso, Fematre, che però si trova dall’altra parte della Val Nerina: prima ci volevano 10 minuti, ora che la strada è interrotta ne occorrono 45. Per questo motivo, io che lavoro a Visso tutte le mattine, sono qua al Bronx e dormo in roulotte senza la mia famiglia che, al contrario, è rimasta con i miei nonni poiché abbiamo anche degli animali. Vivere qui è brutto perché stai lontano dalla famiglia, non hai più una casa, non hai più il senso di familiarità, però quest’ultima è stata ritrovata grazie alla gente con cui vivo che ti fa sentire a casa: ormai siamo diventati tutti una famiglia. Tra le cose brutte del terremoto abbiamo trovato anche un po’ di amore, di serenità stando tutti insieme. L’evento brutto che conduce a conseguenze brutte ha portato, a parer mio, nuovi inizi. Spero e ambisco che questo paese, come anche quelli limitrofi, abbiano delle opportunità di rinascita e di ricrescita. Visso è uno dei borghi più belli d’Italia. Viviamo in dei luoghi che vanno apprezzati perché sono, se vogliamo, delle piccolezze, ma nella loro bellezza è come al sud: quando vieni a Visso, piangi quando arrivi e piangi quando te ne vai. Spero che, come dicevano, non ci lascino soli. Video intervista
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