Daniele Aleotti [80], Ussita (MC), 2 marzo 2018
Mi chiamo Aleotti Daniele, adesso mi trovo ad Ussita nelle casette che ci hanno assegnato a seguito del terremoto. La prima scossa c’è stata il 24 agosto del 2016 ed ha messo un po’ tutti quanti in allarme, siamo usciti di casa, la scossa è stata di notte ed è stata abbastanza forte: c’è chi è rientrato in casa e chi no. Io non sono più rientrato perché la paura era stata abbastanza e per diverse notti abbiamo dormito nella macchina, poi abbiamo rimediato una roulotte e abbiamo iniziato a dormire lì. Il terremoto del 26 ottobre è stato tremendo, c’è stato la sera, quando avevamo finito di mangiare, ma ci trovavamo ai piedi delle scale di casa, non dico fuori ma non stavamo né fuori né dentro, in un corridoio prossimo alla porta. È iniziato questo terremoto che non finiva mai, era lungo e continuo e la paura è stata tanta. Pioveva, è andata via la luce, erano le nove di notte ed ecco, è tutto qui. Quella sera abbiamo dormito chi dentro la macchina, chi nella roulotte, e abbiamo tirato avanti ancora qualche altro giorno. Il 30 [ottobre] mattina c’è stata un’altra scossa abbastanza forte [6,5 Richter], forse più forte di quella del 26 [5,9 e 6,1 Richter], forse, non lo so: eravamo io con mia moglie, e ci sballottolava da una parte all’altra dentro la roulotte e in seguito quel pomeriggio [del 30 ottobre] ci hanno fatto andare via dal paese ci han portato presso le zone di mare. Laggiù ci siamo trovati abbastanza bene, siamo stati vicino a Porto Recanati, ci hanno alloggiato in un campeggio, il Medusa, ci hanno dato da mangiare, e si mangiava bene, siamo stati bene. Siamo rimasti in quel campeggio fino ad aprile, poi ci hanno spostati a Sirolo, in un campeggio di Sirolo, dove il mangiare non era un granché, non era… insomma lasciava un po’ a desiderare. Io comunque ci sono stato poco perché nel frattempo che dal Medusa si sono spostati a Sirolo, io mi trovavo a Ravenna, esattamente a Cotignola, perché ho dovuto subire un intervento al cuore. Quando sono ritornato da Ravenna sono andato direttamente a Sirolo, per pochi giorni, poi da lì siamo andati in un albergo a Loretodove si stava discretamente, non si stava male. Infine da Loreto siamo ritornati qui ad Ussita e ci hanno consegnato queste SAE. Questa è tutta la storia della situazione. Certo, c’era sempre il pensiero del figlio [Giovan Battista Aleotti], quello che era rimasto qui ad Ussita col freddo dell’anno passato… che viveva dentro una roulotte e noi eravamo giù e noi stavamo sicuramente… noi stavamo pure bene ma… Insomma c’era sempre questa cosa del figlio qui. La storia è un po’ questa. Quello che succede dopo è che giustamente stai fuori di casa e se anche che ti danno tanto, ti manca sempre tanto perché non stai mai a casa tua, no? Ci sono sempre diverse cose che non vanno come vorresti. E tutta la storia che finisce così... Siamo ritornati qui, però mia moglie, che faceva la parrucchiera, ha il negozio distrutto e non lavora, ad oggi ancora non ha ripreso e non fa niente. Ci han dato questa casetta ma manca pure il lavoro per chi ne aveva uno. Più di questo adesso non so cosa dirle, e non c’è da dirle… con la speranza che piano piano un po’ migliorerà, con la speranza, ma non si sa… Intervista video
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